
Introdurre un concetto sull’arte non è cosa semplice, infinite
motivazioni contribuiscono a che non sia facile sondare i meandri di
quel qualcosa che nacque con l’uomo e, che in ogni uomo è latente sia
esso portato a seguire la materialità o la spiritualità
dell’esistenza. Sono gli avvenimenti, il caso e le particolarità
individuali ciò che avvia l’individuo ad esprimersi attraverso le
varie forme d’arte, a cercare l’essenza delle cose, senza dimenticare
che è nel continuo divenire del creato la forza capace di elaborare
il pensiero umano e, interagire in modo da creare tanti momenti di
vita capaci di fondersi in sintonia perfetta e rendere quel momento
magico che si trasferisce nella comunicazione o nella costruzione
del quotidiano. Non sempre si riesce a cogliere o rendere il
momento dell’esistenza che si traduce negli atti dell’esistere.
Presente in tutte le aree e in ogni tempo, il sentire che porta l’uomo
a elaborare mentalmente momenti passati, futuri; a presentare il mondo
della fantasia o della realtà, ad anticipare gli avvenimenti o a
ritornare su di loro in una sorta di continuo andirivieni come
continuo ritorno della vita che sembra ripetersi, ma che si
ripresenta rinnovata dai caratteri nuovi che l’epoca produce:
l’esistere che pulsa e finirà solo con la fine di questo sistema di
relazione tra il creato e il creatore. Nel mondo del possibile ideale
o comunque in una realtà dove non può mancare un’atmosfera di magia,
ogni popolo ha presentato in maniera differente questa sua interiorità
che va a considerare gli usi, la religione, il periodo storico, le
commissioni, il mercato. Un distinguo tra l’arte dei popoli
occidentali che ha inserito l’arte in un vero e proprio filone
soggetto alle mode vere o presunte, al mercato e alle commissioni, ai
mercanti e ai critici del sistema e, l’arte dei popoli orientali il
cui tema principale è quello sacro e della religiosità popolare, non
soggetta a interpretazione personali: solo piccole diversificazioni
che scandiscono tempi diversi, nulla che possa presentare l’individuo
protagonista di una rappresentazione artistica che interpreta un suo
pensiero. Il confronto e lo scambio pongono l’accento sulle
diversità che la cultura di un popolo traduce nelle azioni del vivere
e trasferisce nel suo operato. A tale proposito desidero riportare
un avvenimento che fa intendere la diversità tra culture. Alcuni anni
fa, durante un viaggio in India fui invitata a presentare alcuni miei
lavori al New Friendship and Brotherhood Dialogue Society di New Delhi
India. La manifestazione prevedeva la partecipazione di un artista
arabo, e di alcuni artisti indiani, lo scambio, il dialogo e la
discussione sulle differenze tra oriente e occidente nel campo
artistico. La diversità, tra due culture. fu evidente nelle opere che
furono presentate, ma ancora più marcata fu quando esposi al mio
interprete il nostro concetto d’arte, quando parlai della libertà di
espressione, di momenti cruciali della storia e di come, attraverso
l’arte si interpretavano i fatti della storia e la denunzia degli
avvenimenti. Vidi il volto del mio interlocutore sbiancarsi quando
parlai di scomposizione della forma e di “Dada”, come massima
espressione contro la guerra , di sconvolgimenti nell’arte Europea
manifestatisi all’inizio del diciannovesimo secolo. Avrebbe voluto, il
mio interlocutore, non far veicolare la libera e personale
interpretazione dell’artista europeo. Questo lo capii quando il mio
pensiero venne trasmesso in modo chiaro dal mio interprete e fu
associato, anche, ad alcuni miei lavori presentati in quel contesto.
Quando il mio discorso cadde sulla scomposizione della forma, legata
anche a ribellioni politiche intellettuali presenti in Europa nelle
fasi artistiche che vanno sotto il nome di Espressionismo, Cubismo,
Futurismo, Dada, Astrattismo, le parole caddero nella più assoluta
indifferenza: un modo di pensare o lasciare intendere che nella loro
esistenza non rientra questo tipo di vita. Fu la conferma che la
possibilità di esprimere un proprio pensiero nell’arte come nella
vita, da parte di alcuni popoli, è annullata completamente per la
dedizione completa all’idea di Dio. Questo “uomo” però è
perfettamente integrato nella natura tanto da accettare in modo
passivo gli eventi e accantonare la materialità, il benessere del
corpo e dei suoi bisogni. Le espressioni segniche o alcune
interpretazioni, che definiremmo astratte, informali, sono presenti
in antiche rappresentazioni, ma non hanno assunto i fenomeni o
un’aureola di genialità, forse c’è una diversa lettura delle cose ma
certamente c’è una diverso modo di integrarsi con la natura. Liberi di
tutti gli orpelli che condizionano e impongono all’uomo occidentale di
emergere nell’individualità del suo essere, vivono e interpretano
l’arte in tutte le sue forme senza imposizioni se non quella di
perpetrare all’infinito il Divino. La mia interpretazione sul concetto
d’arte, partendo da un pensiero universale poi va a considerare i
moduli interpretativi di due culture diverse, quella Occidentale e
quella Orientale. Certamente questo non può essere esaustivo, occorre,
per completare un pensiero sul “concetto d’arte”, aggiungere le
diverse interpretazioni, i codici che hanno scandito tempi diversi; la
cultura che ha dettato o suggerito dei canoni; gli innovatori che
hanno rivoluzionato i moduli; i differenti caratteri e pensieri degli
uomini che la interpretano; la differenza culturale e di pensiero di
chi ne fruisce. L’Arte si presenta in modo così vario per quanti sono
i soggetti che la interpretano, per quanti sono i momenti in cui ci si
esprime, per quante sono le intenzioni e i fini che si vogliono
raggiungere. Il bisogno di esprimersi passa attraverso le infinite
personalità del creato, il suo linguaggio si arricchisce di tutti i
caratteri che all’individuo sono dati a possedere; dai fini” da
raggiungere. Riconducendo il mio dire al “Concetto sull’arte” che
abbraccia il creato è lecito affermare che tutte le interpretazioni
non prescindono da un comune sentire che è quello di tradurre la magia
che unisce le creature al Creato. La ricerca e la lettura sull’arte ha
appassionato, da sempre scrittori, filosofi, scienziati, critici,
poeti, ma non è ancora detta l’ultima e sempre, quando ci si appresta
a tradurre un sentire, la mente vaga: anche se possiede i mezzi
tecnici e la cultura appropriata, Ella va ricerca di quel qualcosa da
afferrare e da rendere che raccolga e sintetizzi quel momento di vita.
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